sabato 7 marzo 2009

Il Governo del fare contro la sinistra del criticare

Pizzerie e ristoranti strapieni nelle serate di venerdì, sabato e domenica, hotel già sold out per il ponte di Pasqua, file chilometriche alle casse dei supermercati, strade murate di auto, insomma la crisi nel nostro beneamato Paese ogni giorno in più dimostra di essere più presente sulle prime pagine dei quotidiani e tg piuttosto che nelle tasche degli italiani. Tale risultato è sicuramente da attribuire alla nostra storica propensione al risparmio e all'accantonamento, ma soprattutto a tutta quella serie di incentivi che il Governo presieduto dal Presidente Berlusconi ci ha donato.
Vado ad elencarli:
-17,8 miliardi per le infrastrutture (di cui 1,3 per l'avvio dei lavori del ponte, 2,75 x interventi ferroviari, 2 per interventi stradali, 0,8 per il Mose, 1,5 per l'Expo), interventi che ricalcano la politica keynesiana che genera lavoro e indotto oggi e ricchezza domani.
-16 miliardi per gli ammortizzatori sociali.
-7 miliardi per gli interventi vari anticrisi.
-2 miliardi di sostegno ai consumi.
-9 miliardi nel fondo strategico per l'economia.
-4 miliardi per estendere ai precari gli ammortizzatori sociali.
per la complessiva somma di ben 56 miliardi, di gran lunga il Governo europeo che più si è prodigato per tutelare i propri cittadini dalla minaccia della crisi. Nonostante tutto l'opposizione capeggiata dal romanziere mancato continua imperterrita a criticare l'operato del Governo, come da caratteristica storica della sinistra. Criticare, criticare, criticare evitando accuratamente di proporre soluzioni concrete ( se si eccettua il tragicomico assegno ai lavoratori che perdono il posto) e di stringersi intorno al Presidente Berlusconi, mettendo al primo posto l'Italia e non la fame di potere che dalla notte dei tempi li contraddistingue e che spesso sfocia nell'arma di sempre, quella del più becero antiberlusconismo. Gli italiani hanno però ormai capito il giochino e non si fanno più abbindolare come dimostra il sondaggio di Euromedia Research che sigilla la differenza tra PdL e PD in ben 20 punti percentuali. Buona serata!

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